La prolattina è un ormone secreto normalmente dalla ghiandola ipofisi, la cui funzione principale è quella di stimolare la produzione del latte materno dopo il parto, provocandone la fuoriuscita nel corso della suzione da parte del neonato.

In realtà, non si tratta di un ormone tipicamente femminile ma, al contrario viene prodotto anche dall’organismo maschile e, oltre ad influire sul ciclo mestruale e sulla formazione delle ghiandole mammarie, contribuisce a regolare il metabolismo, a sviluppare il sistema immunitario ed a svolgere altre funzioni di rilevante importanza.

In condizioni normali la prolattina è presente nel sangue in una percentuale molto bassa, che si alza fisiologicamente nelle donne durante il periodo della gestazione, al fine di bloccare il ciclo mestruale e preparare il corpo alla produzione del latte.

L’eccesso di prolattina, noto con il nome di iperprolattinemia, consiste in un anomalo aumento del livello di questo ormone nel sangue, e può interessare indifferentemente sia gli uomini che le donne al di fuori della gravidanze, specialmente se soggette a periodi di amenorrea. Spesso nella donna la prolattina alta, oltre all’amenorrea, provoca un’anomala fuoriuscita di latte dal seno e, se non trattata adeguatamente, può portare all’infertilità.

I valori della prolattina

I valori di riferimento per la prolattina possono variare leggermente da un laboratorio di analisi all’altro: si consiglia quindi di verificare l’anomalia rivolgendosi al proprio medico di fiducia e di sottoporsi alle analisi sempre nello stesso punto prelievi.

Indicativamente, i valori per una donna adulta sono compresi tra 2 a 29 ng/mL, che arrivano ad oltre a 200 nel periodo della gravidanza o appena dopo il parto, per poi normalizzarsi entro tre mesi al massimo, in dipendenza di un eventuale periodo di allattamento. Per l’uomo i valori di base sono leggermente inferiori.

Frequentemente in una donna un valore che supera i 250 ng/mL in assenza di gravidanza può riferirsi ad un adenoma dell’ipofisi. Poiché lo stress, il sonno alterato e gli sforzi fisici potrebbero far salire anormalmente il valore della prolattina nel sangue, talvolta persino lo stress dovuto al prelievo stesso, solitamente il medico richiede diversi dosaggi.

Le cause più comuni dell’eccesso di prolattina

Occorre precisare prima di tutto che in molti casi risulta impossibile stabilire con esattezza la causa della prolattina alta, che rimane tale senza la possibilità di ricorrere ad alcuna cura.

Frequenti casi di valore della prolattina alterato sono dovuti alla presenza di prolattinoma, ovvero un adenoma (un tumore benigno) dell’ipofisi, che provoca però anche sintomi caratteristici e colpisce quasi esclusivamente le donne.

Tuttavia, si può dire che gran parte dei prolattinomi, e dei tumori dell’ipofisi in genere, siano molto piccoli e del tutto asintomatici e solo pochi casi vengano trattati con terapie farmacologiche o, molto raramente, con la chirurgia.

Altre cause a cui può riferirsi un aumento anomalo di prolattina nel sangue sono dovute agli effetti collaterali di farmaci antidepressivi e antipsicotici, farmaci per la pressione, antidolorifici, procinetici e antiemetici, prodotti per la cura dell’ulcera e terapie ormonali per trattare i sintomi della menopausa, oltre ad alcuni prodotti naturali, tra cui il trifoglio rosso e il fieno greco.

Anche alcuni fattori fisici possono provocare un aumento della prolattina, come l’esercizio fisico intenso, un’intensa stimolazione dei capezzoli, l’uso di indumenti troppo stretti o la presenza di elementi irritanti, ad esempio cicatrici chirurgiche, eczemi o herpes. Inoltre, la prolattina si alza naturalmente durante la notte, per tale ragione chi soffre di disturbi del sonno potrebbe avere livelli alterati di questo ormone.

La presenza di disfunzioni tiroidee e di alterazioni renali potrebbe influire sulla quantità di prolattina presente nel sangue.

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I sintomi dell’iperprolattinemia

Quando la prolattina alta interessa le donne, alcuni sintomi caratteristici sono legati al ciclo ormonale, con irregolarità, periodi di amenorrea o di oligomenorrea e diminuzione del progesterone dopo l’ovulazione. Talvolta si manifestano anche galattorrea, ovvero produzione di latte in assenza di un parto, e la sensazione di secchezza delle mucose vaginali. L’amenorrea causata da iperprolattinemia provoca infertilità, poiché con questa situazione ormonale l’ovulazione non avviene: per questo le donne in età fertile che riscontrano questo problema è bene che si rivolgano al ginecologo di fiducia.

Negli uomini possono manifestarsi ugualmente la secrezione di latte unita ad un eccessivo sviluppo dei seni associato ad impotenza, diminuzione della libido, riduzione della muscolatura e dei peli, a dimostrare un eccesso di ormoni tipicamente femminili.

La diagnosi

La misurazione del livello di prolattina di solito viene prescritta dal medico in caso di amenorrea, produzione anomala di latte e alterazioni del ciclo, spesso il prelievo viene effettuato in più riprese per evitare il problema delle alterazioni da stress.

Una volta rilevato un effettivo valore di prolattina alta, il medico potrebbe richiedere ulteriori accertamenti, tra cui il controllo delle funzioni epatiche e tiroidee e la TAC dell’ipofisi, al fine di individuare eventuali noduli.

Gran parte dei casi di iperprolattinemia rimane comunque senza una spiegazione plausibile, non per quanto il livello di prolattina alta persista.

Cure e terapie

Se la prolattina alta non sembra avere una causa precisa, non viene proposto alcun trattamento.

I casi di prolattinoma e microadenoma dell’ipofisi si trattano farmacologicamente sotto stretto controllo medico fino a regressione, a meno che non si presentino effetti collaterali significativi. Più raramente si ricorre alla chirurgia.

Se la prolattina alta è dovuta ad una terapia farmacologica in corso, il medico potrebbe proporre un’alternativa o suggerire una cura per contrastare il problema, mentre le disfunzioni della tiroide vengono corrette con farmaci appropriati.

Le donne che stanno seguendo una terapia per la cura di un prolattinoma, o in genere per trattare l’iperprolattinemia, nel caso in cui dovessero trovarsi in gravidanza durante il trattamento devono avvisare immediatamente il medico o il ginecologo, che solitamente provvedono a sospendere immediatamente la terapia o, in casi particolari, a correggerla adeguatamente.

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